Oscar S.

Buongiorno

Volevo scrivere qualche buona parola nella speranza di portare un poco di colore nel grigiore in questa sezione, dove si leva il grido di disperazione di tanti supplenti brevi che si confrontano con le ingiustizie dei pagamenti in ritardo. Sono un ragazzo che soffre di neurodiversità tali che mi hanno comportato il riconoscimento di una invalidità personale (sono diagnosticato ADHD ed Asperger nell'adulto). Dopo anni di sfruttamento nella ristorazione ed altri settori infelici, nel 2017 decido di fare domanda nel mondo ATA e nel 2020 prendo quasi per caso la prima supplenza, con cui ho lavorato da supplente breve ma per fortuna continuativo, fino ad oggi, Agosto 2024 che sono stato assegnatario di ruolo, completando la parentesi del precariato in 4 anni di terza fascia. Specifico che ovviamente il ruolo passando in prima fascia è stato possibile grazie alla riserva dei posti che viene stanziata da ogni provincia ai titolari di invalidità civile e lg.104. Tuttavia, in terza fascia sulle supplenze brevi la mia invalidità non ha mai prodotto alcun vantaggio. E credetemi, è stata durissima. Sono mono reddito e vivo da solo, come già vivevo nel 2020 alla prima supplenza presa come salto nel vuoto. Le difficoltà della puntualità dei pagamenti è stata subito evidente e non vi dico cosa ho patito pur di tenermi stretti i miei punti di servizio. Ogni settembre vedevo i posti annuali rimasti alla terza fascia esaurirsi con quelli davanti a me, benché non fossi messo male in graduatoria avendo aggiornato nel 2021 ed essendo nella scuola in cui ho lavorato, in posizione 135. Spesso scrivevo su questa piattaforma di quanto fosse dura sopravvivere con tante rate stipendiali in "risorse" o "elaborato" e sono arrivato ad avere pensieri orribili amplificati dalle mie neurodifficoltà per l'esasperazione di non sapere come andare avanti. Volevo scrivere queste righe per i tanti colleghi che ancora si confrontano con il calvario delle supplenze brevi, che è davvero dura ed ingiusta, ed io ne so davvero tanto. Ma l'amore per questo lavoro mi ha portato a stringere tanto i denti, e la fortuna di aver trovato una scuola in cui mi hanno davvero voluto tanto bene e mi hanno visto vincere piano piano le difficoltà delle mie neurodiversità, vedendomi crescere da persona estremamente chiusa e spaventato dal mondo, ad uno dei migliori collaboratori che la scuola abbia mai avuto umanamente parlando, ecco solo grazie a questo affetto ho resistito ed ho visto i miei sforzi ripagati nel passaggio in ruolo definito quest'anno.